Laura Banchelli, “Nel segno del colore”

“Bouganville”; 100×50 cm

Mostra personale di pittura

Inagurazione venerdì 17 novembre 2023 dalle 18:00 alle 21:00

Orari: 18-23 novembre dalle 11:00 alle 20:00


Relitti, tracce, natura. La poetica di Laura Banchelli.

Un relitto.

C’è un passaggio che mi piace fare tempo dopo aver guardato a lungo le opere di un artista, è come un gioco: quello di chiudere gli occhi e poi, velocemente, riaprirli e individuare quale o quali immagini sono apparse, quali hanno sedimentato. Dopo qualche giorno dalla visita in studio da Laura Banchelli ho fatto lo stesso esercizio: due corpi di colore e forme hanno subito preso vita. Il primo era un dipinto sui toni del blu e dell’azzurro, l’altro rappresentava una forma quasi zoomorfica. Si tratta delle due opere Inondazione (2023) e Relitto (2011). I titoli sono chiari, in entrambi i casi il soggetto non ha bisogno di narrazione. Ma ogni stratificazione pittorica ha una particolare energia e diversi intenti.

Il primo è un paesaggio creato da diverse tonalità di blu, azzurri, verdi, dove cielo e terra sono talmente amalgamati da non avere più linee a separarli. Perché, forse, ormai è tutta acqua quella che il fruitore osserva. Ci sono degli elementi tridimensionali: tracce di corteccia di un albero? Dei piccoli rami? Degli steli d’erba? Forse della carta? La pittura brilla in minuscole e minuziose sfere che, come micro parti della natura che vogliono rappresentare, evidenziano l’urgenza di mostrare le due diverse vite che il dipinto cela. Quella che ora è nascosta e che soccombe al di sotto della superficie dell’acqua che tutto ha invaso, e quella pregressa, fatta di paesaggio e di vite che sono state coperte, inondate, appunto. Il messaggio, una volta individuata la forma nel suo contesto, è chiaro. E poi c’è Relitto: un sofisticato lavoro dipinto orizzontalmente dove una figura tracciata da pochi elementi e diversi colori che si sovrappongono – rossi, rosa, viola, verdi, blu, gialli, forse anche del nero – mettono a fuoco un grande corpo quasi metamorfico, come una traccia geologica sedimentata dopo stratificazioni temporali. Si tratta di un relitto navale stagliato nel centro dell’apparente serena superficie del dipinto. Una forma allungata che non fa più allarmare, sta riposando nella sua dimensione marina, ma è testimone di un episodio di morti e di tentata salvezza. Banchelli dunque sposta sguardi e pensieri da esperienze intime quotidiane, come un rassicurante fuoco acceso in un camino di casa o dei coriandoli colorati casualmente osservati sul ciglio di una strada in asfalto, per poi segmentare la narrazione attraverso dolori e ostacoli che la vita impone. Temi universali che poi, pian piano, divengono intimi, personali. E viceversa.

Il mare. Flusso sociale e paesaggio prezioso.

Relitto e Inondazione trattano dunque delle emergenze sociali di ciò che accade nel mondo, in particolare riguardo ai temi dei flussi migratori e del disastro ecologico che sta prendendo una forma inestricabile, che bisogna affrontare. Le due opere però appartengono a periodi storici diversi, toccando ricorsi della storia che per Banchelli sono tracce fondamentali su cui soffermarsi. Il tema dell’acqua è vitale nella ricerca dell’artista. Il mare, i flussi che, senza posa, intercorrono tra natura e umano, i naufragi, a cui l’artista dedica più lavori, dove le rive rappresentano un appiglio, ma anche un terreno di resti e detriti, sono spunti su cui la pittrice indaga, sperimenta, riprende attraverso le sue forme e i suoi colori. Il mare è anche sogno, è “estate”, è gioia. Le sensazioni di chi fruisce questi ricami di tempo celati in ogni opera si alternano passando per le più diverse stratificazioni di senso e sentimento. Ancora, in queste due opere diversissime per impatto, per il movimento fluido della materia pittorica e anche per le dimensioni, l’occhio che osserva non può però essere tratto in inganno. Il messaggio è chiaro, seppur velato, mai dichiarato in maniera didascalica. Il dipinto è vivace, è positivo e luminoso, ma l’artista vi sottende un racconto drammatico, indicando una realtà che va ascoltata, aiutata, risolta.

Dipingendo l’acqua e il suo movimento sembra che Laura Banchelli stia puntualizzando una necessità di superare lo stallo che la pittura si trova spesso ad affrontare: come dichiarare movimento in una singola immagine bidimensionale? Come affrontare presente, passato e futuro in un unico immaginario, in un unico lavoro pittorico? La pittura perpetuata negli anni e il passaggio da figurativo a quasi astratto – seppur i raffinati elementi narrativi di Banchelli sono ancora riconoscibili e fruibili – fanno coincidere i dipinti in un “tutto continuo, come un flusso, la forma piena con il suo spazio vuoto”. Con le sue superfici pittoriche l’artista raggiunge questo risultato di coincidenza, di dialogo tra narrazione e flusso di colore e pennellata.

Forma ed esperienza.

“Nel segno del colore” è una raccolta densissima di esperienze personali, piccole e grandi visioni, frammenti estetici di immaginari sia intimi che universali. Micro e macro mondi che hanno preso una forma dopo osservazioni e analisi che, evidentemente, assumevano un valore che predominava sull’esperienza o sul ricordo per poi essere mostrato, raccontato attraverso la pittura. “L’esperienza, di per sé, non è che una materia amorfa, priva di dimensioni, esteticamente irrilevante” (Emanuele Trevi).

Banchelli dunque si apre e, come un denso diario personale ritmato da movimenti verticali e orizzontali che, come trame e orditi, restituiscono forma a dei pensieri e ricordi ben precisi, prendono vita Il fuoco nel camino (2003), 11 settembre 2001 (2001), Reverie (Debussy) (2002), Sogni e ombre (2006), Gelo (2005) e Gelo (2009), titolo che riprende due dipinti che, in un arco temporale di quattro anni, rappresentano due visioni dello stesso soggetto mutate, alleggerite, evolute. L’opera più recente traspira un’aria più consapevole, elegante, e tecnicamente l’unico cambiamento è rappresentato dall’uso del pastello. L’artista vuole lasciare più spiragli e chiavi di lettura al suo spettatore, senza dichiarare ogni intento, ma dipingendo fessure e narrazioni inattese in un arco temporale che prosegue senza voltarsi indietro, ma la cui evoluzione è tangibile e viene sintetizzata passo dopo passo.

A ritroso. Il paesaggio.

Circa un ventennio fa, Laura elimina la figura dal suo campo di azione visivo: il figurativo dal quale, giovanissima, aveva iniziato la sua trasposizione del quotidiano in pittura scompare, lasciando il passaggio libero a più emozionale, aperto, meno rigoroso e analitico, ma un campo in cui colore e azione si potessero incontrare con immaginari meno controllabili. Anche il colore cambia: è più vibrante, a volte le parti del quadro brillano, è fluido.

Tra i temi narrati si rileva quello predominante del paesaggio, indicato da un raffinato e deciso uso del colore che diviene extra pittorico, poetico, dove l’equilibrio delle tonalità. (Si pensi ancora ai verdi e agli azzurri che spesso prevalgono, ma anche a minuziosi dettagli che riportano le tonalità arancioni e marroni della terra, o i rosa floreali). Banchelli è libera, non si pone schemi nel fare la sua pittura e non focalizza tutta l’attenzione nella resa finale, che spesso è una sorpresa anche per lei. È sperimentale e curiosa, ma calma e tenace nella stesura dei colori. Anche i vuoti sono importanti. Si attivano immaginari legati alla natura morta, a quella viva e in movimento, a frame rubati, a flussi d’acqua, a difetti rivisitati in virtù, ai luoghi del ricordo e del quotidiano e alle sue derivazioni che diventano frammenti legati tra loro da linee ed estetiche che a volte combaciano, rielaborando la realtà in chiave autonoma, rilevando punti magari ancora non pienamente focalizzati dall’artista stessa. È la pittura che riesce a restituire forma (o forme) ai pensieri e alle esperienze sedimentate dall’artista negli anni. Ogni opera qui riportata rappresenta la formalizzazione di un pensiero spinto sia dall’urgenza di informare e di far riflettere, ma anche da una necessità di espressione e dimostrazione dell’esistenza di più realtà e visioni. Che sia un viaggio come in Istanbul o New Town, che sia un immaginario naturale come Tra cielo e terra o Nel blu, o, ancora, un episodio guardato come Pesci rossi nello stagno o Enigma, Laura Banchelli dipinge con un ritmo fondamentale che lavora sulla stratificazione del colore e dei materiali scelti, sottolineando un andamento continuo e un’energia ininterrotta.

Rossella Farinotti


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